Vogliamo oggi focalizzare il nostro interesse ad una
questione importante che sta assumendo sempre più i contorni di una sceneggiata
tragica, dove in ballo c’è un servizio essenziale come quello della gestione e
distribuzione dell’acqua potabile nelle nostre case, il destino di 207 lavoratori, ma soprattutto il futuro
di un servizio strategico. Partiamo dall'inizio : l’aps prende in gestione le
reti idriche di 52 comuni del palermitano nel 2007 dopo la rovinosa storia
del’EAS Ente acquedotto Siciliano ente partecipata dalla regione Sicilia che termina la sua storia nella distribuzione
di acqua con svariati milioni di debiti,
i cui dipendenti vengono spostati in uffici regionali. Vediamo quindi la
formazioni degli ATO (Ambito territoriale ottimale) a seguito del recepimento da parte della
Regione Sicilia di una legge nazionale . L’aps che inizia ad operare nel
2007 quindi subentra alla gestione. Da
subito però si percepisce una vita breve e tormentata per
l’ente , le reti idriche sono obsolete e
colabrodo, tante le morosità nei
pagamenti , e soprattutto a parere nostro una struttura aziendale poco adeguata
, basti pensare a pochi fattori come :
più del 50% dei dipendenti dell’ente sono negli uffici e non fontanieri;
vengono sostenute spese del tutto discutibili come ad esempio auto a noleggio anziché in leasing, come una
qualunque altra azienda che necessità di avere un parco auto sempre efficiente
e poco oneroso ; riparazione guasti ,sostituzioni contatori e quant'altro sempre dato a imprese esterne con conseguente lievitazione dei prezzi. Il
risultato di tutto ciò è stata una catastrofe economica. L’azienda va in
liquidazione nell'ottobre del 2011 e dichiara il fallimento il 29 ottobre 2013,
l’Ato 1 di fatto commissaria l’azienda
mettendo un curatore giudiziario nel febbraio di quest’anno. Nel
frattempo però ci sono da segnalare un paio di sviluppi molto importanti,come il risultato del referendum
del Giugno 2011, referendum che vede la maggioranza degli italiani ribadire che
l’Acqua é bene primario e comune, e che la sua gestione deve essere pubblica. In
poche parole nessuno società può trarre profitto dalla vendita e gestione si
essa. Inoltre gli sviluppi della politica Italiana portano a un pasticcio con
le province a cui fanno capo le ATO, le quali ad oggi non sono ne carne ne
pesce commissariate anche esse in attesa di una futura abrogazione . In tutto questo il presidente della regione comincia quindi una serie di proroghe, rinvii
e provvedimenti tampone che non danno soluzione alla questione ma che anzi
amplificano e peggiorano la situazione . Ad oggi siamo sull'orlo del baratro , troviamo
i lavoratori che dal 6 Giugno 2014 saranno di fatto dei disoccupati, senza
stipendio da 4 mesi, senza la liquidazione del 2011 , senza la liquidazione
degli ultimi 2 anni e con degli acconti
una tantum indegni di un popolo civile, costretti a usare anche i propri mezzi
per adempire a un servizio essenziale come la distribuzione dell’acqua potabile
; inoltre e ancora, troviamo tutte le imprese
e fornitori che negli anni hanno dato bene e servizi per l’ente che da 2
anni non vengono pagati; soprattutto
troviamo i cittadini che rischiano di rimanere con i rubinetti a secco se non
viene trovata la soluzione in pochi
giorni. Quali le possibili soluzioni? Si potrebbe affidare il servizio a
qualche altra società che non farebbe altro che causare altri debiti e danni , oppure la soluzione più semplice forse
e la più logica , considerando di fatto il pronunciamento dei cittadini
nel referendum . La soluzione sarebbe quella con la dovuta progettazione e programmazione che i comuni tornassero a gestire ognuno il
proprio impianto, come fanno del resto negli ultimi mesi. Ci sarebbe da
prendere in carico ognuno i propri operai in numero adeguato e svolgendo il
servizio in maniera logica ed efficiente. Certamente per tutto questo c’è bisogno di un provvedimento ad hoc da
parte dei soggetti preposti considerando il blocco delle assunzioni e il patto
di stabilità , ma di sicuro volere è potere . E’ ora che la politica torni a
fare il proprio lavoro, torni a risolvere i problemi perché i cittadini sono
stanchi e stremati da una crisi che incombe ancora nelle nostre famiglie, e
vedere che servizi essenziali come l’acqua potabile subiscono continuamente rincari per mala gestione e negligenza anche della
classe politica rende il clima ancora più infuocato . Ispiratevi a i politici
del dopoguerra che hanno ricostruito
l’Italia partendo da zero o quasi, soprattutto fate scelte sensate e nell'interesse dei cittadini, lo sappiamo forse non ci siete abituati ma
provateci.
Per continuare la serie di provvedimenti tampone la provincia ha dato una proroga fino al 30 Giugno ,affinché la società siracusana Onda Energia faccia i dovuti riscontri per un eventuale acquisizione . L'agonia continua
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